Laboratorio per l’addestramento della luce
Rendering progettuali: Alice Siragusa, Margherita Giuffré, Mirco Greco
Consulenza impianti audio: Beppe Andolina
Programmazione sistemi laser: Federico Colombo
Assistente alla regia: Massimo Bevilacqua
Graphic design: Tommaso Panerai
Direzione esecutiva progetto visuale: Paolo Calafiore
Voci: David Barittoni, Monica Benvenuti
Ricerca ed elaborazione dei testi: Gioia Costa
Ideazione e regia : Giancarlo Cauteruccio
Rileggendo oggi le parole chiave del movimento futurista appare evidente la potenza dell’intuizione di quel piccolo gruppo di artisti italiani. Erano veggenti. In pochi anni, con manifesti, opere e con le loro celebri serate, hanno sconvolto l’idea di arte, individuando nella velocità, nel dinamismo, nella rottura delle linee il carattere di una nuova era. La nostra.
Ed è proprio rispondendo a questa suggestione che il regista Giancarlo Cauteruccio ha ideato per il centenario della pubblicazione del Manifesto Futurista, Nuove Iridescenze, un progetto di architetture di luce creato attraverso un complesso sistema laser: Piazza Venezia e Piazza del Popolo per una notte saranno collegate dalla luce che percorre via del Corso, diventando scenari di un teatro iridescente e dinamico capace di rispondere con l’applicazione di sofisticate tecnologie alla grande sfida futurista di un secolo fa.
Una ampia scelta e rilettura di alcune tavole parolibere – interpretate dalle voci della soprano Monica Benvenuti e del vocalist David Barittoni e nutrita di suggestioni poetiche, partiture e disegni -, è diventata la ribalta sonora dell’architettura di luci della piazza, creando un teatro che fonde i suoni della città, passi, ruote che girano, battiti di telegrafi, rotaie di tram, in un tessuto sonoro di verbalizzazioni astratte.
La sintesi delle tavole è stata elaborata sulla base di una partitura vocale digitalizzata su campionature vocali e sonore originali del repertorio futurista, a cura di Giacomo De Caterini. È la reinterpretazione acustica della formula movimento + velocità che si trasforma per una notte in una sfida visibile. Il susseguirsi non ripetitivo delle sequenze diventa lo specchio dell’idea di città come cuore pulsante delle accelerazioni vitali e ottimistiche che i futuristi invocavano.
Così, sulla scrittura della luce coerente dei laser, le voci spazializzate diventano quinte immaginarie di una azione senza fili di vibrazioni in libertà, dove moto e luce distruggono la materialità dei corpi. E nella notte sarà possibile ascoltare la registrazione del manifesto futurista di Marinetti letto da Carmelo Bene. Nessun interprete dunque per questo teatro di luce,
Nuove Iridescenze vuole anche essere un omaggio alla scenografia che Balla aveva realizzato su incarico di Diaghilev per Feu d’Artifice di Stravinskij, che era composta di prismi colorati sui quali si muovevano luci e ombre ritmate dalla musica e che Margherita Sarfatti aveva definito una “danza di onde luminose e acustiche”.
E le parole, libere, danzeranno nell’atmosfera senza figure di una nuova città aerea, colorata, dinamica e eternamente votata alla varietà, al gioco e al riso.